Brian Armstrong che vende azioni Coinbase per un controvalore superiore ad 1,6 milioni di dollari rappresenta sicuramente una delle notizie più interessanti nell’intero panorama crittografico mondiale. Di recente, molti exchange hanno mostrato nette difficoltà.
Si pensi ad esempio al tracollo dell’exchange FTX, in forte crisi di liquidità e finanziaria già da diverse settimane. Anche altri exchange, operativi soprattutto su servizi di lending e di prestito crittografico, non stanno di certo passando i loro periodi migliori.
Vista la vendita delle azioni di Armstrong, gli esperti si sono quindi chiesti se la scelta strategica del numero uno di Coinbase, possa in qualche modo sottolineare difficoltà finanziarie, o di qualsiasi altro genere, anche su uno degli exchange più utilizzati al mondo.
Il caso su FTX apre quindi le porte a molti dibattiti e tanti appassionati si sono intimoriti. Aspetti che ci permettono ancora una volta di sottolineare l’importanza di fare fin da subito affidamento solo su piattaforme professionali, mai in difficoltà finanziaria, come ad esempio eToro.
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Brian Armstrong vende azioni Coinbase: le scelte del CEO sul suo possedimento
Di recente, durante le sue tante interviste, il CEO di Coinbase, per l’appunto Brian Armstrong, aveva rassicurato gli utenti della piattaforma che la stessa non avrebbe subito le stesse sorti del tanto discusso exchange FTX.
La sua recente vendita di azioni, ha tuttavia messo tutto il mercato in allerta, poiché in molti si sono chiesti il perché di questa vendita sulla partecipazione, nonostante le parole di conforto proposte di recente da più fonti e da più esposizioni dell’imprenditore.
Scendendo nel dettaglio, è bene partire dal principio e ricordare in primo luogo i pesanti tagli al personale che Coinbase ha portato avanti nel corso degli ultimi mesi. La strategia del taglio del 18% della forza lavoro, ha portato al licenziamento di altre 60 persone in azienda.
Lo stesso, potrebbe tuttavia non essere l’ultimo taglio nei piani strategici dell’exchange, soprattutto in virtù delle parole del CFO del gruppo, che ha dichiarato:
“Se vediamo che ci saranno ulteriori entrate depresse e se crediamo che questo avrà un impatto oltre gli scenari che abbiamo già pianificato, dovremo intraprendere ulteriori azioni di risparmio sui costi”.
Quanto invece alla vendita di Armstrong, l’imprenditore miliardario avrebbe ceduto ben 29.732 azioni, per un controvalore stimato pari ad oltre 1,625 milioni di dollari. Un valore che sarebbe stato molto più alto considerando i punti di massimo che in questo 2022 il titolo aveva raggiunto.
Nello specifico, è curioso sottolineare come proprio in questo 2022, le azioni Coinbase hanno avuto modo di raggiungere massimi annuali sopra i 348 dollari per unità, per poi subire tuttavia nette correzioni di prezzo.
Vendita di Armstrong che evidenzia necessariamente difficoltà dell’exchange? Ancora presto per dirlo, anche se continueremo a restare aggiornati sull’evento e su altre situazioni analoghe.
Note finali
Giunti alle considerazioni finali, è bene ricordare come gli ultimi periodi non possono di certo considerarsi a favore di tanti exchange, anche molto famosi e con volumi sugli scambi considerevoli, che hanno dovuto tagliare costi, o presentare istante di fallimento.
Aspetti che ci portano a considerare, mai come in questo caso, l’importanza di optare esclusivamente su piattaforme autorizzate, regolamentate e con reali licenze, ma soprattutto che non hanno mai mostrato alcuna difficoltà sulla liquidità negli ultimi anni.
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