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Bitcoin: alla ricerca di energia priva di CO2 punta sul nucleare

Come abbiamo visto in più occasioni , il mining di criptovalute consuma un’enorme quantità di energia. Un consumo eccessivo di risorse che non si vede di buon occhio, soprattutto quando l’energia non proviene da energie rinnovabili. Ora, i minatori di Bitcoin e altre criptovalute hanno un’idea per ottenere la loro energia a basso costo e priva di CO2: allearsi con le centrali nucleari .

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Bitcoin e centrali nucleari: la nuova via per un futuro più green

Il nucleare, con i suoi vantaggi e svantaggi, è un’energia priva di CO2 e molti esperti la vedono come fondamentale per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni . Tuttavia, in molti luoghi non è visto di buon occhio, in Spagna ad esempio come in Germania, non è considerata energia green.

La realtà è che si tratta di energia a basso costo e priva di emissioni di CO2. Pertanto, soddisfa due degli attuali obiettivi dei minatori di criptovaluta, che cercano di placare le critiche verso la grande quantità di energia che consumano e quanto inquinano. Quindi, secondo il Wall Street Journal, alcuni minatori stanno raggiungendo accordi con centrali nucleari.

Tutto ciò starebbe accadendo in questo momento negli Stati Uniti. Un esempio mostrato da WSJ è quello della centrale nucleare di Talen Energy Corp in Pennsylvania, che ha collaborato con la società mineraria di criptovalute TerraWulf. Quest’ultimo costruirà il suo centro minerario accanto alla centrale nucleare per ricevere energia senza emissioni per l’estrazione. Il sindaco di Miami in Florida sta anche cercando di rafforzare queste partnership per attirare l’industria delle criptovalute nello stato della Florida.

Il Bitcoin “nucleare” sarà quello decisivo?

L’energia nucleare, per quanto inverosimile possa sembrare, potrebbe essere la soluzione al mining di criptovalute . Sempre più paesi stanno adottando misure contro l’estrazione di criptovalute proprio a causa della grande quantità di energia che consumano. Tra i casi più noti ci sono i divieti della Cina o quelli dell’Iran, dove l’energia è sovvenzionata dallo Stato ed è stata un paradiso per i minatori.

Queste critiche hanno colpito anche le aziende. Tesla, ad esempio, ha fatto uno spettacolare investimento in Bitcoin e a seguito delle critiche sempre riguardanti l’inquinamento dovuto alla cripto, ha annunciato che avrebbero messo in pausa le operazioni Bitcoin fino a quando non avessero trovato un modo più sostenibile per operare con esso.

Altre alternative al bitcoin generato con l’energia nucleare sono, ad esempio , l’idea di El Salvador di utilizzare l’energia geotermica. Ci sono impianti di gas naturale che sfruttano l’energia in eccesso che generano per estrarre fino a 5,5 bitcoin al giorno.

Considerazioni finali

Non sappiamo come andrà a finire ma dalle prime indiscrezioni la direzione verso cui ci si sta muovendo è proprio quella del nucleare.

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Sull'autore

Anna Fazio

Laureata all'Università di Milano in Economia e Commercio, mi occupo principalmente di articoli sulle criptovalute.

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