Un uomo svedese che ha truffato più di 3.500 vittime su più di $ 16 milioni di bitcoin (BTC, +0,91%) è stato arrestato per frode, una delle più grandi truffe legate a Bitcoin.
A Roger Nils-Jonas Karlsson, 47 anni, è stato anche ordinato di rinunciare a un resort thailandese acquistato con i fondi rubati e $ 16.263.820 in restituzione.
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Clicca qui per ottenere un conto gratuito su eToroTruffe Bitcoin: schema Ponzi
Dal 2011 al 2019, quando è stato arrestato in Thailandia, Karlsson ha gestito uno schema di frode (meglio conosciuto come Schema Ponzi) sugli investimenti. Karlsson ha promesso alle sue vittime “rendimenti astronomici” sui loro investimenti, pagati in bitcoin e altri metodi di pagamento online, legati al prezzo dell’oro. Invece, Karlsson ha tenuto i soldi e li ha usati per finanziare una serie di proprietà costose e un cavallo da corsa.
La sentenza di Karlsson fa parte di una recente serie di accuse di frode intentate da diverse agenzie statunitensi contro individui, mentre i regolatori tentano di reprimere le attività illegali nello spazio crittografico.
Il caso contro Karlsson è stato uno sforzo congiunto internazionale tra la divisione per le indagini penali (CI) dell’Internal Revenue Service (IRS), l’ufficio dell’addetto legale dell’FBI in Thailandia, l’ufficio dell’addetto dell’IRS-CI a Hong Kong e la Royal Thai Police Crime Suppression Divisione.
Ma in cosa consiste in poche parole lo schema Ponzi?
Lo schema Ponzi è un’operazione di investimento fraudolenta che prevede il pagamento di interessi agli investitori sul proprio denaro investito o sul denaro di nuovi investitori. Questa truffa consiste in un processo in cui i profitti ottenuti dai primi investitori sono generati grazie al denaro conferito da loro stessi o da altri nuovi investitori . Questi ultimi vengono ingannati dalle promesse di ottenere, in alcuni casi, grandi profitti. Il sistema funziona solo se cresce il numero delle nuove vittime.
Lo stesso schema veniva attuato da Karlsson. L’uomo entrava in contatto con investitori promettendo loro importanti profitti in seguito all’acquisizione di quote di un fantomatico business chiamato Eastern Metal Securities. Il pagamento veniva eseguito in Bitcoin oppure mediante altre criptovalute o metodi di pagamento online. Quanto versato, in realtà, finiva immediatamente sui suoi conti, filtrato attraverso una rete di exchange, piattaforme e account localizzati in diversi paesi così da rendere irrintracciabili le transazioni.
Per rendere il tutto più credibile l’uomo svedese ha prodotto documenti falsi, cambiato più volte il nome alla società e persino dichiarato una collaborazione con la Securities and Exchange Commission, in modo da giustificare i ritardi nei pagamenti.
Considerazioni finali
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