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Mining Bitcoin in Cina: Ecco ciò di cui in pochi parlano

Ricapitoliamo: la Cina ha ultimamente deciso di apportare numerosi cambiamenti in merito al settore delle criptovalute, soprattutto nei riguardi del sistema di estrazione dei Bitcoin, ossia il cosiddetto Mining. Parlare di Mining Bitcoin in Cina significa parlare di un processo storico, legato fin dall’inizio in modo massiccio alla stessa nazione.

Nonostante il valore di estrazione cinese abbia potuto da sempre beneficiare di dati colossali, ad oggi qualcosa sta cambiando. Nel corso dei nostri tanti approfondimenti abbiamo più volte esposto le problematiche legate al sistema di creazione dei BTC nello Stato Cinese. Tutto ciò ha aperto le porte a numerose analisi ed esposizioni da parte di esperti ed appassionati.

Molti degli stessi avevano effettivamente espresso opinioni contrastanti, andando a considerare le difficoltà in Cina come un vero e proprio colpo basso per l’economia estrattiva del luogo, ma soprattutto per i centinaia di imprenditori proprietari delle fattorie.

Adesso che le notizie sembrerebbero passate ormai da settimane, si sta lentamente cercando di tornare alla “normalità” ed anche gli imprenditori cinesi starebbero cercando di stabilire con accuratezza i luoghi più propensi ad accogliere macchinari e dispositivi di Mining.

All’interno del nostro approfondimento scopriremo nel dettaglio cosa sta succedendo al Bitcoin Mining in Cina, focalizzando l’attenzione sulle nuove frontiere di estrazione. In tutto ciò, ricorderemo come oltre al processo di mining, ad oggi risultino presenti numerosi sistemi alternativi di investimento sul BTC.

Uno dei più noti attiene l’uso dei broker di CFD, come ad esempio eToro, il quale permette di negoziare sul Bitcoin e su numerose criptovalute mondiali, mettendo a disposizione una piattaforma rapida, interattiva e con molti servizi di supporto.

Mining Bitcoin in Cina: Non tutto è come sembra

Ricollegandoci a quanto esposto in precedenza sul Mining Bitcoin in Cina, nonostante i ribassi mostrati dal Bitcoin nel corso del mese di luglio (con la criptovaluta scesa al di sotto i 30.000 dollari), l’asset ha ugualmente avuto la capacità di recuperare terreno, ritornando al di sopra i 38.000 dollari.

Gli stessi imprenditori cinesi, viste le situazioni ormai assodate nella propria nazione, hanno inoltre iniziato a considerare la possibilità di espatriare nel continente Americano, ben favorevole ad accogliere macchinari e grandi fattorie di estrazione.

Tutto ciò proponendo agli stessi imprenditori cinesi una serie di numerosi vantaggi, soprattutto sotto l’aspetto dei costi energetici (che come ben sappiamo rappresentano una percentuale considerevole dei costi fissi legati al mining).

Oltre all’America, nel corso delle ultime settimane, nuovi nomi avrebbero iniziato ad essere considerati da esperti ed analisti. Stiamo parlando in primo luogo di zone asiatiche, successivamente dell’America settentrionale ed in ultimo anche dell’Unione Europea.

Ma quali potrebbero essere gli aspetti ed i fattori considerati dagli imprenditori per scegliere il luogo più favorevole allo spostamento? A seguire alcuni punti:

  • Costi bassi sull’energia elettrica: territori come l’America hanno iniziato a spingere sulla generazione di energia ad impatto zero, considerata molto più ecologica e favorevole per gli “haters del Mining Bitcoin” con risorse fossili.
  • Forza lavoro più economica rispetto alla Cina;
  • Regole fiscali, attinenti costi accessori e su tassazioni, in associazione anche ad aspetti burocratici.

Conclusioni

Compresa la situazione del Bitcoin Mining in Cina, risulta possibile focalizzare l’attenzione sulla modalità esposta nel corso dell’introduzione e legata agli investimenti su BTC. A tal riguardo, è possibile dividere due metodologie ben distinte:

  • Acquisto fisico di Bitcoin attraverso exchange: lo stesso processo richiede in primo luogo la presenza di un portafoglio di archiviazione (ossia Wallet) ed in secondo luogo di commissioni su ogni scambio, ossia su ogni conversione da valuta Fiat a valuta digitale.
  • Negoziazione su Bitcoin con broker di CFD: in questo caso, il trader non ha alcun bisogno di andare alla ricerca di portafogli di archiviazione, poiché i contratti per differenza vanno semplicemente a replicare l’andamento dell’asset.

In aggiunta a tutto ciò, i migliori broker di CFD non richiedono alcuna commissione fissa, ricordando solamente in modo chiaro e trasparente bassissimi spread sulle operazioni. Uno dei broker leader più conosciuti, presente ormai da oltre 10 anni, è eToro.

Mette a disposizione una piattaforma interattiva rapida ed efficiente, con un database costantemente aggiornato, integrante sia assets storici (come nel caso del Bitcoin) sia strumenti di nuova emissione. Oltre ciò, si ricordano numerosi servizi integrativi, come ad esempio:

  • Copy Trading per copiare strategie di reali professionisti del settore;
  • Applicazione per dispositivi mobili gratuita;
  • Conto demo, anche in questo caso a costo zero;
  • Servizio di assistenza professionale e competente.

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Sull'autore

Francesco Galella

Francesco Galella è un esperto di economia con una fervida passione per le criptovalute fin dalle loro prime fasi. Grazie alla sua continua ricerca e interesse per l'innovazione nel settore fintech, è sempre aggiornato su ogni sviluppo nel mondo delle criptovalute. Da anni contribuisce con articoli informativi e analitici per le migliori riviste di finanza, trading e criptovalute, condividendo le sue conoscenze e la sua vasta esperienza in materia. La sua capacità di interpretare e comunicare le complesse dinamiche del mercato delle criptovalute lo ha reso una figura autorevole nel settore, apprezzata sia dai lettori che dagli addetti ai lavori. Francesco continua a essere un punto di riferimento per chiunque desideri comprendere e investire nel mondo delle criptovalute.

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