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Bitcoin inquina così tanto? Dati e possibili soluzioni

Nel corso degli ultimi anni, numerosi studi hanno focalizzato l’attenzione sui livelli di inquinamento delle criptovalute, concentrandosi ovviamente su quelle a maggior capitalizzazione. Un aspetto che ha portato esperti ed analisti (anche ambientali) a chiedersi perché Bitcoin inquina così tanto.

Partendo dal principio, è bene ricordare una distinzione importante, che vede da una parte la presenza di criptovalute PoW (ossia Proof of Work) e dall’altra le cosiddette criptovalute Proof of Stake (PoS). Gli asset PoW, come caratteristica strutturale, inquinano molto di più di quelli PoS.

Questo perché il sistema di convalida delle PoW si basa essenzialmente sulla risoluzione di blocchi grazie all’elaborazione di computer performanti. Gli utenti competono attivamente sul network, consumando una considerevole quantità di energia.

Le criptovaluta PoS, utilizzano invece un sistema differente, basato sulla messa in stake (ossia il congelamento degli asset in portafoglio per un determinato periodo di tempo. Le validazioni avvengono in modo casuale ed il tutto è reso molto meno dispendioso sotto l’aspetto energetico e quindi meno inquietante.

In questo caso, la criptovaluta PoW per eccellenza è proprio il Bitcoin, seguita da Ethereum (che sta tuttavia affrontando un delicato processo di trasformazione al PoS) ed altri token. Asset che puoi sempre individuare su broker professionali, come ad esempio eToro.

Lo stesso ti permette di accedere in modo agevole al settore delle criptovalute e di negoziare su tutti i tuoi token di interesse. Senza nessun vincolo, puoi sempre partire da un pratico account demo illimitato, gestibile comodamente tramite applicazione per dispositivi mobili.

Bitcoin inquina: esistono soluzioni?

Come detto in precedenza, Bitcoin inquina per continuare essenzialmente ad esistere. Nonostante la nascita di nuovi processori e di nuove schede grafiche, altamente specializzate per questa attività, il mining è uno dei segmenti di mercato considerati più inquinanti degli ultimi tempi.

Entrando nel dettaglio, secondo uno studio condotto dall’Università di Cambridge sul consumo di elettricità, fino al mese di giugno 2022, la rete globale di Bitcoin aveva bisogno (a pieno regime) di 14,34 gigawatt di energia. Un valore che sarebbe sufficiente per soddisfare le esigenze di 14,4 milioni di famiglie.

Facendo un rapido calcolo, con una media di 10,6 centesimi di dollaro per KWh, si arriva rapidamente a 13,4 miliardi di dollari. Un dato colossale, che fa ben comprendere la mole di richiesta nel settore, nonostante il Mining sia considerato un processo molto più inquinante e dispendioso rispetto ad altre tecnologie.

Parlare di soluzioni in questo quadro generale, significa parlare essenzialmente di altre tecnologie che vengono ideate in sostituzione al PoW. Progetti come Cardano, Tron (ma anche Ripple, volenteroso di diventare Carbon Neutral entro il 2030), stanno acquisendo sempre più interesse sul mercato in relazione alla loro natura più green.

Fra i tanti progetti, troviamo anche Megatech (MGT), ossia una realtà sudamericana, in continua espansione, che garantisce la sostenibilità in associazione alla tecnologia blockchain. I possessori di questo totem innovativo, ricevono ricompense variabili generate direttamente dagli impianti solari di proprietà di Megatech.

Note finali

Qualora fossi intenzionato a puntare solamente su criptovalute green, ossia che inquinano meno e che appartengono alla categoria del Proof of Stake, hai la possibilità di individuare i tuoi token di interesse all’interno delle migliori piattaforme di trading online.

Le stesse ti permettono di accedere al comparto crypto e di individuare Cardano, Tron, così come molti altri token non basati sul mining, bensì sul Proof of Stake. Trovi anche Ethereum, che nel corso delle prossime settimane porterà a compimento il suo passaggio al PoS.

Uno dei broker più completi, ormai da anni un concreto punto di riferimento per milioni di utenti registrati, è eToro (vai qui per iscriverti). Si tratta di una piattaforma di ultima generazione, con spread fra i più bassi al mondo e con un ottimo account demo iniziale, senza alcun limite di tempo.

Con lo stesso avrai a disposizione un capitale virtuale di 100.000 dollari, da poter utilizzare a tua discrezione per nuove strategie, o per scoprire la piattaforma senza correre alcun rischio sul capitale reale. Per la modalità reale, puoi invece caricare un deposito minimo molto basso, da soli 50 euro.

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Sull'autore

Francesco Galella

Francesco Galella è un esperto di economia con una fervida passione per le criptovalute fin dalle loro prime fasi. Grazie alla sua continua ricerca e interesse per l'innovazione nel settore fintech, è sempre aggiornato su ogni sviluppo nel mondo delle criptovalute. Da anni contribuisce con articoli informativi e analitici per le migliori riviste di finanza, trading e criptovalute, condividendo le sue conoscenze e la sua vasta esperienza in materia. La sua capacità di interpretare e comunicare le complesse dinamiche del mercato delle criptovalute lo ha reso una figura autorevole nel settore, apprezzata sia dai lettori che dagli addetti ai lavori. Francesco continua a essere un punto di riferimento per chiunque desideri comprendere e investire nel mondo delle criptovalute.

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