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Bitcoin: come e perché i trader americani si stanno diversificando

Diversi studi precedenti hanno evidenziato la crescente adozione di criptovalute in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti. Un altro studio recente ha ora evidenziato come il 13% degli americani intervistati avesse acquistato o scambiato criptovalute nei 12 mesi precedenti. Questo nuovo gruppo di investimento sembra raggiungere gli investitori tradizionali del mercato azionario, che comprendevano il 24% degli intervistati. 

Tuttavia, ciò che è stato più sorprendente è stata la diversità demografica che è stata notata all’interno degli investitori cripto, una notevole differenza rispetto agli investitori azionari. Il sondaggio, condotto da NORC presso l’Università di Chicago, ha scoperto che i commercianti di criptovalute non erano solo più giovani, ma anche più diversi in termini di razza ed etnia.

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Bitcoin e diversificazione dei trader americani: cosa succede

All’interno di questi investitori è stata notata anche la diversità di genere, con più donne che mostrano interesse per le criptovalute. Infine, secondo il rapporto, anche le persone appartenenti a gruppi a basso reddito avevano maggiori probabilità di investire in risorse digitali rispetto alle azioni. Tutti questi risultati sono un gradito cambiamento rispetto a quanto precedentemente notato nei sondaggi passati. 

Ad esempio, un sondaggio condotto dall’exchange Gemini all’inizio di quest’anno aveva scoperto che la maggior parte degli investitori in criptovalute erano bianchi, maschi e guadagnavano sei cifre. Il rapporto aveva notato che il proprietario medio di criptovaluta era un “maschio di 38 anni che guadagnava circa $ 111.000 all’anno”.

Lo stesso rapporto aveva anche scoperto che la maggior parte di coloro che si etichettavano come criptocuriosi erano donne,. Questi rapporti evidenziano come gli investimenti in criptovalute siano riusciti a fornire veicoli di investimento a quelle sezioni della società che in precedenza erano state messe in ombra.

Il rapporto del NORC aveva anche scoperto che l’inaccessibilità a informazioni affidabili all’interno di questi cripto investitori non era solo una delle principali barriere all’ingresso. Si esponevano infatti anche i nuovi investitori ai rischi associati alla volatilità dei mercati delle criptovalute. La maggior parte degli investitori di criptovalute intervistati, oltre il 61%, ha iniziato a fare trading solo circa 6 mesi fa, il che li rende più vulnerabili ai cambiamenti negativi del mercato.

Considerazioni finali

Il fatto che la maggior parte di loro abbia ricevuto le informazioni da scambi, piattaforme di trading o social media, ha reso la scommessa ancora più rischiosa per loro. Non sorprende che quasi i due terzi degli intervistati abbiano affermato di non comprendere abbastanza la criptovaluta per investire, mentre un ulteriore 30% ha affermato di non sapere come investire. Rispetto a questo, solo 1/3 degli intervistati ha indicato la mancanza di denaro come una barriera per investire in criptovalute.

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Sull'autore

Anna Fazio

Laureata all'Università di Milano in Economia e Commercio, mi occupo principalmente di articoli sulle criptovalute.

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