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Bitcoin e criptovalute crollano dopo il divieto di pubblicità di Google (invece dovevano salire)

Il Bitcoin e tutte le principali criptovalute hanno subito un forte crollo nella giornata di ieri, 14 marzo, e il crollo sembra non ancora terminato. Questa volta l’ondata di panico sembra essere stata scatenata da Google, che con un annuncio a sorpresa ha vietato le pubblicità AdWords di tutti i contenuti legati alle criptovalute e alle ICO (oltre che le pubblicità di forex e CFD trading da parte di entità non autorizzate).

Quotazione in tempo reale Bitcoin

A seguito di questa notizia il valore del Bitcoin e delle altre criptovalute è crollato di colpo. Ma è davvero una brutta notizia il fatto che Google abbia vietato questo tipo di pubblicità legata alle ICO e alle criptovalute?

Per capire se la decisione è positiva o negativa bisogna risalire alla genesi di questa notizia. Perché Google ha deciso di rinunciare a milioni di dollari di profitto che generava vendendo pubblicità a chi organizzava le ICO o a chi faceva pubblicità agli exchange di criptovalute? Semplicemente perché nella grande maggioranza dei casi si trattava di vere e proprie truffe.

Non per girare il coltello nella piaga, ma una truffa come Bitcoin Code ha derubato centinaia di migliaia di persone in tutta Europa e purtroppo è stata promossa anche utilizzando la pubblicità di Google. E’ normale quindi che Google prenda adeguate contromisure.

Ancora meglio: si tratta di una misura che in fin dei conti rende il mercato delle criptovalute più sicuro e pulito, evitando che schemi Ponzi travestiti da investimenti in criptovalute possano essere pubblicizzati attraverso i potentissimi mezzi di Google. E i progetti seri? I progetti seri continueranno ad avere l’attenzione che meritano grazie al passa parola.

Insomma, il prezzo del Bitcoin è sceso perché Google ha deciso di vietare la pubblicità a pagamento ma sarebbe stato più razionale che salisse. Probabilmente gli investitori in questo momento sono estremamente nervosi e, probabilmente, molti stanno accumulando profitti speculando al ribasso grazie a piattaforme come eToro o AvaTrade che consentono, appunto, di speculare sia al rialzo che al ribasso.

A proposito: sia AvaTrade che eToro potranno tranquillamente continuare a fare pubblicità senza nessun tipo di limitazione visto che sono piattaforme autorizzate e regolamentate dalle competenti autorità europee di vigilanza.

Insomma, Google non ha nulla contro le criptovalute (a differenza di quanto scrito da qualche complottista): vuole solo evitare che siano pubblicizzate truffe utilizzando la pubblicità a pagamento del suo motore di ricerca…

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Fabrizio Micheli

Laureato in Economia e Commercio all'Università di Bari nel 2003, appassionato di finanza, di politica e di economia.

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Fabrizio Micheli
Tags: Bitcoin

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