Nella giornata di ieri, 8 gennaio, una piattaforma di pagamenti in criptovalute ha annunciato di modificare momentaneamente la sua politica sul ritiro fondi. Trattasi di Wyre, che impone limiti di prelievo a tutti gli utenti registrati.
La decisione arriva dopo un periodo molto complesso nello spazio crittografico mondiale, che ha portato effettivamente molte società e molte piattaforme similari a chiudere letteralmente i battenti, presentando molte volte anche istanza di fallimento.
La decisone aggiunge quindi un limite ai prelievi non superiore al 90% dei fondi all’interno dei conti dei clienti. In parole povere, chiunque ha un account su questa piattaforma non può svuotare completamente il proprio portafoglio e deve lasciare una percentuale di liquidità in giacenza.
Esistono inoltre altri limiti di prelievo, come ad esempio 5 BTC e 50 ETH al giorno, ossia sulle due criptovalute più capitalizzate al mondo. Limiti che sono tuttavia imposti da molte piattaforme e da molti exchange del settore.
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Wyre impone limiti di prelievo: cosa suggerisce l’evento?
Alla luce dell’evento, esperti ed appassionati hanno iniziato a chiedersi cosa potesse suggerire il limite imposto dalla società. Le preoccupazioni, dettate anche dagli eventi di altre piattaforme, sono basati su eventuali situazioni di insolvenza ed un’eventuale crisi di liquidità.
Come successo già in passato per altre piattaforme, limiti di questo genere possono innescare violenti effetti a catena. In altri termini, sempre più utenti decidono di prelevare in modo massiccio, spaventati dal limite stesso, svuotando letteralmente i portafogli dell’exchange.
La frenesia dei ritiri si tradurrebbe quindi in un evento molto più negativo per la piattaforma. La società ha ultimamente affermato di aver sofferto ampiamente l’inverno delle criptovalute, nonché diversi crolli di alto profilo nel corso del 2022. Fra le tante citazioni esposte ricordiamo:
“Agire nel migliore interesse della nostra comunità è la nostra massima priorità e stiamo esplorando opzioni strategiche per la nostra azienda che ci consentiranno di navigare nell’attuale contesto di mercato”.
I timori si sarebbero inoltre acuiti dopo il licenziamento del CEO Yanni Giannaros. Assumerà il ruolo di presidente esecutivo, cedendo il posto di amministratore a Stephen Cheng, che avrà l’arduo compito di risolvere le problematiche e la potenziale crisi della piattaforma.
Fra le tante notizie, anche la separazione dal principale portafoglio crypto MetaMask. Ma c’è di più, perché nella giornata del 6 gennaio del 2023, tramite un tweet pubblico esposto sulla propria pagina ufficiale, il noto wallet avrebbe affermato alcuni aspetti.
Dopo aver detto che la piattaforma di criptovalute fosse stata rimossa dai propri partner, ha ribadito testuali parole “per favore non usare Wyre”. Parole che hanno ulteriormente spaventato gli appassionati del settore, ma soprattutto i possessori di un conto sulla piattaforma crypto.
Considerazioni finali
In conclusione, ricordiamo come Wyre sia stata recentemente acquistata dalla società fintech Bolt per un valore pari a circa 1,5 miliardi di dollari. Fra le tante notizie, è tuttavia doveroso considerare la timida ripresa del segmento crypto, che per i colossi dei pagamenti in criptovaluta rappresenta sempre un evento considerevole ed ottimistico.
L’intera capitalizzazione di mercato è ad esempio aumentata del 3,3% nel corso delle ultime 24 ore, con molte criptovalute in recupero. Il Bitcoin, ha ad esempio superato l’ambizioso traguardo dei 17.000 dollari per unità, registrando così un guadagno giornaliero pari al 2%, secondo i principali exchange.
Discorso molto simile può farsi su Ethereum, ossia la seconda crypto per market cap, che superando la soglia dei 1.300 dollari, ha registrato una progressione in aumento del circa 3,7% in un range giornaliero.
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