News

Titolo Nvidia al ribasso: quanto influenzano le vendite per il Mining?

Nel corso delle ultime settimane, prendendo come riferimento il suo grafico storico, è possibile assistere al titolo Nvidia al ribasso (con una discesa che ha sbalordito il mercato e molti appassionati del settore tecnologico).

Un evento che ha così sin da subito portato esperti ed analisi a chiedersi se ed in che misura le vendite del colosso americano sulle componenti processuali e grafiche per il Mining avessero influito sui risultati dell’azienda. Domanda lecita, che è sicuramente possibile approfondire.

Ricordiamo infatti come subito dopo il boom del Mining, le vendite di specifici processori e schede grafiche di Nvidia fossero aumentate in modo esponenziale. È curioso sottolineare come il titolo Nvidia, dai suoi punti di minimo del 2015, sia successivamente risalito in un trend mediamente positivo.

Il rally di Nvidia aveva visto il raggiungimento di quote superiori ai 278 euro per unità nel mese di novembre 2021. Tutto ciò sostituto da una pesante correzione (seppur con alti e bassi intermedi). Ma cos’è successo esattamente? Può davvero l’attività di Mining influire su ciò?

Prima di approfondire, ricordiamo come il processo di mining stia lentamente lasciando posto a sistemi più Green, basati su altri meccanismi. Si pensi ad esempio alle criptovalute Proof of Stake, che puoi sempre individuare su broker professionali, del calibro di eToro (clicca qui per iscriverti).

Titolo Nvidia al ribasso: i dati sulle vendite

Ricollegandoci a quanto esposto in precedenza sul titolo Nvidia al ribasso, è possibile sottolineare come il prezzo di acquisto di una singola azione, sia pari a circa 160 euro al momento di questa stesura. Un valore che, confrontato con i dati precedenti, mostra un crollo superiore al 30%.

A pesare maggiormente, i dati negativi sui bilanci dei primi mesi complessivi del 2022, che hanno evidenziato variazioni importanti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Solamente nel primo trimestre, le vendite associate al processore per il mining di criptovalute (CMP) sarebbero diminuite drasticamente rispetto allo scorso esercizio.

Uno scenario completamente differente rispetto al 2018/2019, quando per comprare un processore ed una scheda grafica specifica (adatta per il settore crypto) era necessario attendere settimane, se non addirittura mesi per via della grande domanda di mercato.

La società ha quindi concretamente potuto beneficiare dell’evolversi del settore crypto, riuscendo ad ottenere vendite record. I venti sarebbero tuttavia cambiati, con il mining considerato sempre di più un processo molto costoso (richiede molta energia elettrica) e poco sostenibile.

È tuttavia importante sottolineare come nonostante il contributo storico del Mining, Nvidia sia riuscita ad ottenere quei risultati anche grazie all’ideazione del GPGPU Compute (fondamentale per molti segmenti legati al settore dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie).

Uno dei segmenti più grandi per Nvidia è proprio quello del data center (che ha ultimamente superato anche quello del gaming). Dopo un primo sviluppo iniziale, lo stesso mercato sarebbe tuttavia in correzione, mostrando una sofferenza momentanea su molte sezioni del mercato tech. Ciò avrebbe portato alle difficoltà sul titolo Nvidia, al di là della questione sul Mining crypto.

Note finali

Come ricordato in precedenza, il processo di Mining (tipico di criptovalute quali Bitcoin ed Ethereum, nella sua prima versione), viene ad oggi considerato molto dispendioso sotto l’aspetto energetico e sicuramente più inquinante rispetto al sistema Proof of Stake.

Con il PoS non vi è alcun bisogno di dotarsi di macchinari e processori performanti, poiché le transazioni vengono validate da specifici validatori, che immobilizzano una determinata quantità di asset per poter partecipare (ottenendo in cambio possibili ricompense).

Nel giro di pochi anni, decine di criptovalute PoS sono state lanciate sul mercato e quelle a maggior capitalizzazione possono sempre essere individuate su piattaforme professionali, come ad esempio eToro (clicca qui per iscriverti).

Il broker è ormai da anni un concreto punto di riferimento nel settore crypto e permette di acquistare criptovalute (sia in modalità reale, ossia agendo sull’asset sottostante, sia tramite strumenti derivati, ossia CFD). È inoltre possibile partecipare a vere e proprie attività di staking.

Con il broker eToro puoi iniziare senza alcun impegno tramite un ottimo conto demo illimitato. Se invece sei interessato ad iniziare con la modalità reale, puoi caricare un deposito minimo molto basso, a partire da soli 50 euro (anche comodamente con PayPal).

Ricordiamo inoltre:

  • spread sulle attività fra i più bassi al mondo;
  • grafici su tutti gli asset supportati;
  • Copy Trading per selezionare ed ottenere le stesse transazioni di reali Popular Investor;
  • assistenza professionale a tutte le ore;
  • sezione formativa, con la Financial Academy.

Clicca qui per ottenere un conto su eToro

Il nostro punteggio
Clicca per dare un punteggio!
[Totale: 0 Media: 0]

Sull'autore

Francesco Galella

Francesco Galella è un esperto di economia con una fervida passione per le criptovalute fin dalle loro prime fasi. Grazie alla sua continua ricerca e interesse per l'innovazione nel settore fintech, è sempre aggiornato su ogni sviluppo nel mondo delle criptovalute. Da anni contribuisce con articoli informativi e analitici per le migliori riviste di finanza, trading e criptovalute, condividendo le sue conoscenze e la sua vasta esperienza in materia. La sua capacità di interpretare e comunicare le complesse dinamiche del mercato delle criptovalute lo ha reso una figura autorevole nel settore, apprezzata sia dai lettori che dagli addetti ai lavori. Francesco continua a essere un punto di riferimento per chiunque desideri comprendere e investire nel mondo delle criptovalute.

Lascia un Commento