E’ stato José Luis Ramòn il primo deputato a presentare un progetto di legge per introdurre il pagamento degli stipendi in Bitcoin o in altre criptovalute.
Una proposta sicuramente ben accolta dagli appassionati di criptovalute, che vedono consolidarsi lo status di Bitcoin et similia come asset, ma che ha colto tutti un po’ di sorpresa.
Lo stesso Ramon, in una successiva intervista a CNN Radio Mendoza, ha poi chiarito i punti salienti e le ragioni che lo hanno spinto a sottoporre questa sua proposta al Parlamento argentino.
Vediamo dunque cosa potrebbe cambiare con questa legge destinata ad un ampia platea di lavoratori, .
Indice
Ramon e gli stipendi in Bitcoin.
José Luis Ramòn crede fermamente nelle potenzialità delle criptovalute e ritiene abbiano le capacità per risolvere diversi problemi, visto che si tratta di un asset usato ormai da tempo.
Il deputato argentino ha perciò dichiarato alla stampa:
“Ho presentato un progetto di legge affinché i lavoratori in un rapporto di dipendenza e gli esportatori di servizi abbiano la possibilità di riscuotere il loro salario totale o parziale in criptovalute.”
L’idea di fondo che ha portato Ramon ad avviare questa iniziativa è stata quindi di usare le criptovalute per proteggere il potere d’acquisto delle remunerazioni.
Soluzione che tra l’altro non impatta negativamente ne sui diritti dei lavoratori, ne sul quadro giuridico e normativo di rapporti di lavoro.
Prima ancora che la proposta venga discussa Ramon ha già chiarito, che i datori di lavoro saranno tenuti a rispettare una nuova serie di obblighi normativi.
Lo scopo è garantire il potere d’acquisto per i lavoratori e evitare possibili abusi da parte delle aziende.
La situazione Argentina
L’Argentina ha un tasso di inflazione tra i più alti al mondo, parliamo di una condizione ormai cronica che ha spinto chiunque voglia proteggere il proprio denaro a cercare nuove strade.
Inizialmente per fronteggiare il problema molti abitanti hanno iniziato a convertire i propri Pesos in Dollari USA. Ovviamente i tassi di cambio non agevolano, rendendo parecchio meno conveniente il cambio Pesos-Dollaro.
Ecco che si è passati ad una nuova strategia: convertire i Pesos in criptovalute, per poi riconvertirli in Dollari Statunitensi. Una soluzione che preserva il potere d’acquisto, eliminando totalmente gli oneri di cambio.
Soluzione che almeno inizialmente non aveva ispirato il governo argentino, che ha continuato a mettere in guardia i cittadini sulla pericolosità delle cripto monete.
La Banca centrale ha poi rincarato la dose, aprendo non poche inchieste su fintech che operano in ambito crypto.
Stipendi in Bitcoin: è una soluzione valida?
In uno scenario economico e politico come quello argentino, la proposta di José Luis Ramòn potrebbe davvero portare ordine e regolamentazione.
Cosa che fino a questo momento non si è ottenuta con l’ostruzionismo e i divieti.
Prima ancora che la legge venga discussa e approvata, in molti già ipotizzano che l’Argentina potrebbe seguire la strada di El Salvador e riconoscere le criptovalute come moneta legale.
Dato che almeno per il momento non si sono garanzie ne sulla approvazione ne sui tempi, è bene rimanere con i piedi per terra.
Note finali
Almeno per il momento la migliore possibilità resta quindi quella di continuare ad investire nelle migliori criptovalute, cercando di contenere quanto più possibile i rischi.
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