News

SEC contro Coinbase: anche Justin Sun è stato accusato

Parlare di SEC contro Coinbase significa parlare delle dichiarazioni che una delle più grandi Authority al mondo ha esposto nei confronti del più grande exchange di criptovalute americano e con maggior volume sugli scambi in tutti gli Stati Uniti.

Entrando subito nel dettaglio, la Securities Exchange Commission, sarebbe pronta ad intraprendere un’azione legale nei confronti della piattaforma centralizzata. Ha infatti inviato ed ufficializzato la “Wells Notice”, ossia una notifica di avvio di possibili indagini approfondite.

La notizia ha sin da subito creato scompiglio sul settore delle criptovalute, portando tantissime interazioni online. Cattive notizie anche per il titolo della società Coinbase, che ricordiamo essere quotata sulla Borsa americana ormai da più di un anno.

Cerchiamo quindi di capire nel dettaglio cos’è successo, quali sono le accuse mosse nei confronti del gruppo leader del settore crypto e come la società ha intenzione di agire per tutelare in primo luogo la sua immagine ed in secondo luogo il suo business colossale.

Eventi di questo genere mettono sempre in allerta gli utenti ed investitori, che si chiedono su quali piattaforme fare affidamento. Ricorda in questo caso di optare sempre su piattaforme regolamentate e con licenza, del calibro eToro, ormai da anni un concreto punto di riferimento.

Clicca qui per iscriverti su eToro

*L’investimento in criptovalute è altamente volatile e non regolamentato in alcuni paesi dell’UE. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbero essere applicate imposte sugli utili.

SEC contro Coinbase: ecco le accuse ed i punti di indagine

Prima di parlare del caso SEC contro Coinbase, è bene ricordare che SEC è un ente di vigilanza americano, che può essere paragonato alla nostra Consob. Ha quindi il potere di indagare sulle società che offrono servizi finanziari, di investimento e similari.

Subito dopo la conferma da parte dell’ente, gli investitori ed appassionati sono subito andati alla ricerca delle possibili cause dietro l’avvio delle indagini. Il focus dell’autorità sarebbe stato posto su specifiche pratiche, che potrebbero (o meno) esser state processate in modi non leciti.

In altre parole, l’accusa è quella di aver messo a disposizione degli investitori specifici servizi di investimento, che farebbero rientrare Coinbase nella categoria dei veri e propri istituti finanziari (fattispecie e forma societaria che invece l’exchange, attualmente, non ha).

Fra queste attività, rientrerebbe soprattutto lo staking crypto. Si tratta della possibilità di poter immobilizzare un determinato quantitativo di criptovalute, ottenendo in cambio ricompense variabili, sulla base dell’ammontare delle risorse e del lavoro svolto.

Un meccanismo che ha sostituito in parte la struttura delle criptovalute PoW, come ad esempio il Bitcoin, portando la nascita delle criptovalute PoS, ossia Proof of Stake. Secondo la SEC, queste attività possono configurarsi con veri e propri depositi al fine di ottenere interessi.

Sarebbero quindi assimilabili a prodotti finanziari, offerti dalle più tradizionali banche mondiali. Oltre ciò, nel mirino della SEC, ci sarebbero anche altri prodotti lanciati e gestisti dall’exchange, sempre legati al mondo della finanza decentralizzata ed al settore delle criptovalute.

Si tratta in ogni caso ancora di “accuse”, che dovranno essere approfondite dagli esperti dell’Authority nel corso delle prossime settimane. Coinbase ha in ogni caso cercato di rassicurare i propri clienti, dicendo che la situazione è sotto controllo e che collaborerà con l’ente.

Coinbase: titolo in rosso e preoccupazioni

Le notizie sul caso di Coinbase continuano a correre e riecheggiano le esposizioni che la SEC aveva fatto già in passato, considerando molte attività crypto assimilabili a prodotti e servizi finanziari.

L’obiettivo della Securities Exchange Commission è quindi quello di regolamentare e porre delle leggi più specifiche in materia, così da poter tutelare in misura più importante anche la categoria dei piccoli investitori retail.

Sta di fatto che le accuse mosse su Coinbase possono considerarsi di più ampio spettro, visto che ad oggi quasi tutti gli exchange offrono attività di staking crypto, per non parlare del lending (ossia il prestito crittografico) e molte altre forme di investimento alternative.

Considerazioni che riguardano quindi tutto il mercato degli exchange (sia centralizzati che decentralizzati). Essendo Coinbase una società quotata, il suo titolo ha inevitabilmente perso terreno fin dalle prime avvisaglie esposte dalla SEC, crollando del 14% nella seduta di ieri.

Considerazioni finali

Nell’ultimo anno, diversi eventi e molteplici notizie hanno portato paure e preoccupazioni sul settore degli exchange puri. Da una parte troviamo il fallimento di molte piattaforme, dapprima in crisi di liquidità e successivamente in fase di bancarotta.

Dall’altra, la presenza sempre più pressante delle autorità di controllo, che stanno cercando di regolamentare un settore molto complesso e delicato, alcune volte intraprendendo anche azioni legali, o comunque di una certa importanza, come nel caso di Coinbase.

Gli investitori si chiedono quindi su quali piattaforme optare, cercando al contempo di tutelare al massimo i propri fondi. Mai come in questo caso, per stare più tranquilli, è importante affidarsi solamente a piattaforme gestite da società regolamentate e con reali autorizzazioni.

È ad esempio il caso di eToro, che dispone di licenze in diverse zone, che dimostrano il suo rispetto delle regole e delle direttive locali. La piattaforma tutela e protegge altresì al massimo i tuoi dati personali, permettendoti di operare sul mercato crypto in autonomia.

Con una rapida registrazione puoi accedere al comparto crypto, caricare un deposito iniziale molto esiguo, da 50 euro e piazzare la tua strategia, anche comodamente dal tuo smartphone, scaricando l’app per tutti i dispositivi mobili.

Clicca qui per ottenere un conto su eToro

*L’investimento in criptovalute è altamente volatile e non regolamentato in alcuni paesi dell’UE. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbero essere applicate imposte sugli utili.

Il nostro punteggio
Clicca per dare un punteggio!
[Totale: 0 Media: 0]

Sull'autore

Francesco Galella

Francesco Galella è un esperto di economia con una fervida passione per le criptovalute fin dalle loro prime fasi. Grazie alla sua continua ricerca e interesse per l'innovazione nel settore fintech, è sempre aggiornato su ogni sviluppo nel mondo delle criptovalute. Da anni contribuisce con articoli informativi e analitici per le migliori riviste di finanza, trading e criptovalute, condividendo le sue conoscenze e la sua vasta esperienza in materia. La sua capacità di interpretare e comunicare le complesse dinamiche del mercato delle criptovalute lo ha reso una figura autorevole nel settore, apprezzata sia dai lettori che dagli addetti ai lavori. Francesco continua a essere un punto di riferimento per chiunque desideri comprendere e investire nel mondo delle criptovalute.

Lascia un Commento