Il diciannovesimo Congresso Nazionale della Cina è ormai vicino alla sua conclusione e l’autore Gordon Chang ha espresso la sua visione sulla criptovaluta nel mercato cinese.
Gordon Chang, l’autore del Libro “The Coming Collapse of China” non è estremamente ottimistico circa un’apertura da parte della legislazione intorno al Bitcoin ed alle criptovalute a seguito del diciannovesimo Congresso del Partito Nazionale. Tuttavia, sono circolati svariati rumors che affermano che il cambio della leadership porterà ad un’atteggiamento più liberale nei confronti delle valute digitali.
Parlando con The Street, Chang ha espresso il suo pessimismo. Ha citato l’anti-autoritarismo di Bitcoin e ha espresso il dubbio che uno Stato autocratico possa consentire il suo uso illimitato. L’autore e l’esperto di economia cinese ha poi sottolineato l’utilizzo di Bitcoin e di altre crypto per eludere i controlli sui capitali. La facilità con cui i cittadini possono espatriare denaro è praticamente “una presa in giro“ nei confronti dei legislatori. Questo, per Chang, è ciò che ha dato origine all’attuale chiusura.
La Cina Liberalizzerà il Bitcoin?
Chang ha anche citato la proposta della People’s Bank of China di introdurre la propria valuta digitale. Ha osservato l’evidente conflitto di interessi tra le criptovalute e le banche centrali:
Penso che la cosa più affascinante sia il commento della Banca Popolare della Cina, circa il fatto che la Cina stia sviluppando la propria moneta digitale sovrana, una sorta di sostituto per Bitcoin. Questo aspetto sarà molto affascinante da analizzare in futuro, perché la banca centrale cinese vuole avere il controllo, e la ragione per cui queste criptovalute sono così popolari è proprio perché tolgono il controllo al governo e lo danno alla gente, e proprio a questo si riassume la battaglia tra criptovalute e governi.