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I crolli Bitcoin rappresentano il fondo del barile in attesa di recuperi?

I crolli Bitcoin registrati nel corso delle prime giornate del 2022, hanno portato esperti ed analisti a chiedersi se i periodi al ribasso rappresentassero, o meno, resistenze nei riguardi di un potenziale cambio di rotta sull’andamento della criptovaluta.

Ciò che ha davvero incuriosito nel corso dei queste prime settimane, è proprio il valore del Bitcoin, che rapportato con i punti di massimo ottenuti nel corso del 2021, ha invece mostrato un andamento più volte vicino alla soglia dei 40.000 dollari.

Valore che ha fatto ampiamente discutere appassionati da ogni angolo del mondo, considerando che – lo ricordiamo – uno dei punti di massimo più alti ottenuti dal BTC ha visto la criptovaluta superare quota 67.000 dollari per unità.

Nel corso dei paragrafi successivi avremo modo di approfondire la notizia, che in ogni caso fa riferimento ad una delle criptovalute più analizzate degli ultimi anni ed associata a progetti più disparati. Lo stesso asset può essere individuato su broker di fama internazionale, come ad esempio eToro.

Lo stesso permette di negoziare su strumenti crypto in modo autonomo, con una piattaforma altamente semplificata nella gestione e con la possibilità di iniziare con un account demo a costo zero e senza nessun obbligo iniziale di deposito.

Crolli Bitcoin: dal Bitcoin Volatily Index al Sentiment del mercato

Entrando nel dettaglio sui crolli Bitcoin mostrati nel corso delle prime giornate del 2022, ovviamente in rifermento ai punti di massimo registrati durante il 2021, è possibile visionare le ultime variazioni che hanno accompagnato le variazioni sul BTC.

Impostando un grafico a due settimane, i valori del Bitcoin al di sopra i 47.000 dollari nella giornata del 4 gennaio, erano successivamente stati sostituiti da primi crolli significativi, che avevano portato l’asset al di sotto i 43.000 dollari nella giornata del 6.

Nella giornata dell’8 gennaio, dopo una serie di ulteriori correzioni, il valore del Bitcoin aveva addirittura sfondato al ribasso la quota dei 41.000 dollari, mantenendosi tuttavia al di sopra del supporto dei 40.000 dollari.

Giunti al 16 di gennaio, dopo un mantenimento sopra i 42.000 ed un superamento dei 43.000 dollari, esperti ed analisti avevano iniziato a domandarsi sei i crolli ed i minimi attorno al livello dei 40.000 dollari potessero rappresentare uno degli ultimi down prima di una possibile ripresa.

Numerosi indicatori avevano iniziato ad essere presi in considerazione dagli esperti, come ad esempio il Bitcoin Volatily Index. Lo stesso indice BVIN aveva mostrato una tendenza ribassista anche nel corso di quelle giornate. In modo parallelo, tuttavia, nella giornata del 15 gennaio, anche il profilo Twitter ufficiale di Glassnode aveva espresso propri dati.

In questo caso, si era trattato del sentiment del mercato, in merito al cosiddetto volume di trasferimento. Lo stesso mostrava una percentuale in profitto pari al 40%, con un raffronto del medesimo valore, registrato nel mese di marzo del 2020 ed in quello di luglio del 2021.

Con la terza settimana del 2022 entrata a pieno regime, le scuole di pensiero continuano a mostrare opinioni differenti e contrastanti sulle sorti della criptovaluta più capitalizzata al mondo.

Conclusioni

Notizia, quella appena esposta che, come ricordato nel corso dell’introduzione, si ricollega in ogni caso ad una delle criptovalute più discusse ed analizzate nel 2021. Un asset crypto che può essere individuato all’interno dei principali exchange ed operatori mondiali.

Una delle piattaforme più professionali, ma soprattutto regolamentate, a mostrarlo all’interno del proprio database, è eToro (qui la pagina ufficiale). Trattasi di un broker storico, che ha nel corso degli ultimi anni avuto la capacità di affinare i propri servizi anche per il comparto delle criptovalute.

In modo specifico, per il Bitcoin sono possibili diverse opzioni. Gli utenti registrati, possono da una parte agire in modo diretto sull’asset sottostante (quindi sulla criptovaluta in modo fisico) e dall’altra utilizzare scambi con contratti per differenza, ossia strumenti derivati.

In questo caso, il CFD va solamente a replicare l’andamento dell’asset sottostante, permettendo di operare senza possedere alcun asset crypto in modo fisico e senza disporre di alcun wallet di archiviazione. Quanto ai costi ed alle commissioni, diversamente dagli exchange, i migliori broker CFD online ricordano soltanto bassissimi spread sugli scambi.

Completano il tutto una serie di ulteriori funzionalità quali:

  • assistenza professionale a tutte le ore;
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Sull'autore

Francesco Galella

Francesco Galella è un esperto di economia con una fervida passione per le criptovalute fin dalle loro prime fasi. Grazie alla sua continua ricerca e interesse per l'innovazione nel settore fintech, è sempre aggiornato su ogni sviluppo nel mondo delle criptovalute. Da anni contribuisce con articoli informativi e analitici per le migliori riviste di finanza, trading e criptovalute, condividendo le sue conoscenze e la sua vasta esperienza in materia. La sua capacità di interpretare e comunicare le complesse dinamiche del mercato delle criptovalute lo ha reso una figura autorevole nel settore, apprezzata sia dai lettori che dagli addetti ai lavori. Francesco continua a essere un punto di riferimento per chiunque desideri comprendere e investire nel mondo delle criptovalute.

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