Il blocco della pubblicità di ICO e criptovalute su Facebook, Google e Twitter ha causato un crollo del valore delle criptovalute piuttosto forte ma ha anche rovinato i piani di chi ha creato delle vere e proprie aziende per guadagnare con le criptovalute. Quest norme sono state emanate, come abbiamo spiegato in questo articolo, per arginare le tante truffe che di solito vengono perpetrate ai danni degli utenti meno esperti ma, nei fatti, bloccano anche attività perfettamente lecite e anche convenienti per l’utente finale.
Ecco perché da più parti si chiede ai colossi del social di rivedere la propria decisione, magari rendendo più stretti i controlli per individuare a monte i truffatori e magari denunciarli alle autorità competenti ancora prima che riescano a mettere in atto i loro propositi criminosi.
L’agenza russa TASS riporta intanto che lassociazione russa per le criptovalute e la blockchain RACIB (Russian Association of Cryptocurrency and Blockchain), in collaborazione con altre associazioni simili con base in Cina e Corea del Sud ha presentato una denuncia contro Google, Twitter, Facebook, e Yandex (motore di ricerca russo) perché si sente danneggiata ingiustamente da questi blocchi indiscriminati su qualunque tipo di pubblicità legate alle criptovalute.
La denuncia si basa sul fatto che i colossi del social hanno sfruttato la loro posizione dominante per imporre una visione del mercato che ha danneggiato fortemente chi con le criptovalute fa business in maniera onesta e legale. E’ prevista anche la creazione di un’associazione eurasiatica (che dovrebbe raggruppare le varie associazioni nazionali europee e asiatiche) e di un fondo in criptovalute per finanziarie la causa giudiziaria.
Può sembrare una reazione eccessiva ma anche il comportamento di Facebook, Google e Twitter è stato estremo: non solo hanno bloccato la pubblicità dei truffatori (cosa buona e giusta) ma anche di piattaforme serie e affidabili che fanno guadagnare i trader di criptovalute come per esempio eToro.
Non sappiamo come andrà a finire, ma potrebbe esserci a breve un passo indietro da parte dei colossi, magari spinti dalle cause giudiziarie o anche solo dal buon senso. Non dimentichiamo, infatti, che la pubblicità sulle criptovalute portava ingenti introiti…
Bitcoin quotazione bassa
La quotazione del Bitcoin continua a oscillare intorno agli 8.000$, ben lontana dai massimi di Dicembre quando ha toccato i 20.000$. Per molti analisti, il blocco della pubblicità su Facebook, Google e Twitter potrebbe aver influito (insieme ad altri fattori) su questa depressione delle quotazioni. Un eventuale ripensamento dei colossi del web porterebbe, quindi, ad un miglioramento sensibile della quotazione del Bitcoin e di tutte le altre criptovalute.