Cos’è Coinbase Solidify? Se sei un appassionato di criptovalute e di strumenti crittografici in generale, conoscerai sicuramente il mondo degli Smart Contract.
Definiti anche “contratti intelligenti”, hanno completamente rivoluzionato il comparto delle blockchain, permettendo lo sviluppo di moltissimi progetti.
Dalla loro nascita ad oggi, hanno avuto la capacità di accrescere di valore, creando un vero e proprio mercato colossale. D’altronde il loro campo di applicazioni è molto vasto e può essere a pieno inserito all’interno dell’industria 4.0, delle nuove tecnologie, dell’automatizzazione e molto altro.
Così come in ogni settore, tuttavia, anche gli Smart Contract, dalla loro nascita ad oggi, non sono di certo stati scevri e liberi da rischi. Gli sviluppatori hanno sempre cercato di proporre soluzioni all’avanguardia per la protezione, con risultati non sempre pienamente soddisfacenti.
A tal riguardo, anche rinomati exchange mondiali hanno provato a dire la loro, uno fra tutti Coinbase, il quale ha recentemente ufficializzato l’implementazione di una funzione nuova di zecca, chiamata Solidify. Lo sviluppo della stessa è stato portato a termine nel corso degli ultimi mesi e promette diverse innovazioni in campo.
Coinbase Solidify: Cos’è
Prima di rispondere a come funziona Solidify, è bene partire dal processo che permette a Coinbase di listare nuovi assets all’interno del proprio database. E bene, contrariamente dal passato, dove lo exchange si trovava a dover accettare o meno una manciata di valute digitali, ad oggi tutto è cambiato.
Se poco tempo fa la valutazione delle stesse poteva essere effettuata in poco tempo, ha lentamente iniziato a richiedere tempi considerevoli. Per agevolare il processo, lo exchange aveva inserito il meccanismo Asset Hub, utilizzato in questo caso per agevolare la valutazione delle risorse.
Ogni singola valuta digitale, prima di essere accettata, deve infatti mostrare una serie di requisiti fondamentali, che partono dalla conformità, fino ad arrivare alla sicurezza. A tal riguardo, uno dei fattori più importanti all’interno delle verifiche, è rappresentato proprio dagli Smart Contract.
Tutto ciò non solo per l’importanza che svolgono all’interno di nuovi ecosistemi, ma soprattutto per le diverse tipologie ad oggi esistenti. Coinbase ha da sempre cercato di ottimizzare i propri controlli manuali sul rischio, i quali erano adibiti al controllo di una sempre più estesa richiesta di nuovi asset.
La presenza di un necessario controllo su larga scala, soprattutto visto la crescita di ecosistemi blockchain basati su Ethereum, ha fatto sì che Coinbase Solidify prendesse vita. Vediamo come funziona.
Coinbase Solidify: Come funziona
Ma come funziona Coinbase Solidify? Molto semplicemente, così come molti altri sistemi di controllo, anche Coinbase Solidify implementa un funzionale meccanismo di corrispondenza, nonché un vasto database di firme.
Grazie allo stesso permette di verificare ogni singolo contratto intelligente, di mostrare in tempi relativamente bassi report completi sull’analisi e di contribuire in modo diretto alla mitigazione ed individuazione dei rischi presenti su Smart Contract. In questo modo contribuisce al processo decisionale che porta o meno all’inserimento dello strumento all’interno dello exchange.
Il sistema messo a disposizione implementa migliaia di firme ed un processo che può essere gestito in modo quasi del tutto automatico, mantenendo allo stesso tempo l’importanza del controllo da parte degli sviluppatori sullo stesso.
La quantità di progetti su Smart Contract ha continuato ad aumentare anche nel corso di tutto il 2020 e sempre più exchange hanno cercato di avviare progetti per poter da una parte migliorare i propri processi interni di controllo e dall’altra di aumentare il livello di protezione (nei limiti del possibile).
Conclusioni
La volontà nel voler andare alla ricerca di meccanismi per aumentare la sicurezza non è di certo un aspetto nuovo. Esiste già da molti anni, a fronte della presenza di numerose falle storiche nel sistema, protagoniste di numerosi attacchi informatici su grandi e rinomati exchange mondiali.
Le stesse violazioni, che hanno continuato nel corso degli anni a portare non poche problematiche all’interno del settore, hanno visto la presentazione di nuovi sistemi di sicurezza, sia interni che esterni.
In questo contesto, tutti i principali exchange hanno cercato di adeguarsi, provando a risolvere una piaga non ancora eliminata del tutto. Ma oltre alla possibilità di poter acquistare criptovalute in modo fisico esistono altri sistemi che non si basano sulla detenzione fisica degli strumenti?
Si, trattasi delle negoziazioni tramite contratti per differenza. In questo caso l’utente, pur potendo negoziare con la propria criptovaluta di interesse, non ha nessun possesso fisico diretto con la stessa. Cosa deriva da tutto ciò?
A seguire alcuni punti:
- Non è richiesta alcuna custodia per le criptovalute. Non essendo acquistate in modo fisico, nessun portafoglio di archiviazione viene richiesto;
- Possibilità di agire anche allo scoperto, permettendo di attuare anche strategie al ribasso, cosa che con l’acquisto fisico non è permessa;
- In ultimo, non per importanza, l’assenza di costi fissi sugli scambi. I migliori broker al mondo richiedono solamente bassissimi spread, senza utilizzare fees fisse su ogni eseguito.
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