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Bitcoin e il Problema Scalabilità: ecco perché Lightning non basta

Pubblicato: 16 Novembre 2017 di Andrea Lagni

Gli esperti sono nuovamente al lavoro sul risolvere la scalabilità del Bitcoin e sembra che una delle risposte potrebbe essere Lightning Network. Ma siamo sicuri che questo metodo sia sufficiente? A quanto pare no.

Con la sospensione dell’hard fork “Segwit2x“, update che aveva come obiettivo principale l’incremento della dimensione del blocco minimo, i ricercatori di ETH Zurich Conrad Burchert e Roger Wattenhofer e l’ingegnere di Blockstream Christian Decker, hanno proposto una versione più scalabile del metodo dei pagamenti del Bitcoin, stiamo parlando ovviamente della tecnologia Lightning.

Come funziona Lightning

Come funziona Lightning: un’immagine è meglio di mille parole.

Spesso denominata come “secondo strato”, il Lightning non è ancora diventato parte integrante della blockchain del Bitcoin, ma coloro che appoggiano questa tecnologia credono che sia la soluzione migliore per aumentare la capacità di transazioni del Bitcoin senza dover necessariamente incrementare la dimensione del blocco del Bitcoin, come è avvenuto per il Bitcoin Cash.

Lightning Extended

Lightning Extended

Tuttavia, attraverso un nuovo documento denominato Scalable Funding of Bitcoin Micropayment Channel Networks tre sviluppatori hanno immaginato un nuovo ulteriore livello, che verrebbe interposto tra la Blockchain del Bitcoin e Lightning, e sarebbe in grado di risolvere i limiti del network Lightning.

I ricercatori sostengono che il limite è in qualche modo definito dalla blockchain stessa dei bitcoin, che, con un limite di 1 MB, non è in grado di supportare infiniti canali Lightning. Dopo tutto, gli utenti devono completare le transazioni bitcoin e registrarle sulla blockchain ogni volta che i canali vengono aperti e chiusi.

In questo modo, Decker, indicando il documento sopracitato, suggerisce che esiste un limite verso per quante transazioni di Lightning Network siano fattibili attualmente.

Ecco cosa ha affermato:

“Abbiamo scoperto, che non sono così tanti: solamente alcuni milioni a settimana, e questo significa che la soluzione in questione non riesce a servire l’intera popolazione della Terra”.

Questo significa dunque che la tecnologia Lightning, nonostante oggi possa risolvere i problemi del Bitcoin, non potrebbe farlo in un futuro prossimo.

“Fabbriche” di canali: come funziona Lightning extended

Scalable Funding of Bitcoin Micropayment Channel Networks

Scalable Funding of Bitcoin Micropayment Channel Networks

Per capire quali vantaggi sarebbe in grado di fornire il nuovo layer o “strato”, è utile confrontare il layer in questione con il modo in cui Lightning funziona.

Oggi, un utente deve aprire un nuovo “canale” Lightning con un altro utente attraverso una normale transazione blockchain. Una volta stabilita la connessione, i due utenti possono effettuare tutte le transazioni off blockchain che desiderano o sono in grado di fare con la quantità iniziale di valore immessa nel canale.

La nuova proposta, che Decker ha definito “Lightning extended“, utilizza le cosiddette “operazioni hook” per trasferire fondi in un canale multipartitico in grado di supportare più di due utenti. Il documento definisce ciò una “fabbrica di canali“.

Il metodo consente a due persone in un canale multiplo di quattro o sei, o addirittura 15 utenti, di avviare un canale isolato separato all’interno del canale principale.

Anche se sembra complicato, il meccanismo consente ai due utenti nel canale isolato di chiudere quel canale e tornare indietro nel canale multiplo, dove potrebbero quindi aprire un altro canale isolato con qualcun altro. E tutto questo viene fatto senza tornare alla blockchain e incorrere nelle commissioni di transazione associate.

Manca ancora molto?

Si tratta quindi di un sistema in grado di offrire molta flessibilità. I benefici sembrano molti, ma gli sviluppatori affermano che manca ancora molto tempo prima che il progetto possa finalmente vedere la luce.

Tuttavia, sembra chiaro che il sistema possa funzionare in maniera migliore, se venissero attivate anche le firme Schnorr, in grado di consentire la creazione di “fabbriche di canali” potenzialmente infinite (e non più di 15 persone massimo).

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Sull'autore

Andrea Lagni

Giornalista pubblicista dal 2016. Laureato in Informatica. Appassionato di Criptovalute dal 2015.

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