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Bitcoin Mining di Saudi Aramco: Notizia Bomba o Smentita?

Nel corso delle ultime ore, una notizia alquanto singolare aveva lentamente iniziato a fare capolino all’interno di numerosi social network. La stessa citava in merito ad un potenziale ingresso nel Bitcoin Mining di Saudi Aramco, una delle società più importanti al mondo nel settore petrolifero ed energetico.

Notizia questa, che presa singolarmente e nella sua interezza non risulterebbe lontana dal settore di appartenenza della società. Come ben sappiamo, il meccanismo di estrazione dei Bitcoin richiede ad oggi una considerevole quantità di energia elettrica, che colossi societari presenti nel settore energetico saprebbero bene come ottenere.

Ma al di là di questi aspetti, la presunta partecipazione di una società cosi importante nel settore delle criptovalute (seppur in modo indiretto tramite processo di Mining) aveva fin da subito iniziato ad incuriosire esperti ed appassionati del mercato, portandosi a chiedersi se realmente Saudi Aramco avesse o meno proposto di intraprendere questa strada.

Sarà tutto vero?

Nel corso del nostro approfondimento scopriremo le diverse notizie succedute nel corso delle ultime ore, fino ad arrivare una presunta smentita da parte della società in questione. Prima di proseguire, ricordiamo come ad oggi lo stesso Bitcoin, al di là del processo di Mining per un suo potenziale ottenimento, risulti presente su broker regolamentati come eToro.

Lo stesso permette di negoziare su Bitcoin e sulle principali criptovalute mondiali, in modo rapido e con la consapevolezza di utilizzare un intermediario in regola e pienamente autorizzato dagli organi preposti alla vigilanza.

Bitcoin Mining di Saudi Aramco: Ecco la smentita

Entrando nel dettaglio sulla presunta notizia che riguarderebbe attività di Bitcoin Mining di Saudi Aramco, è possibile ricapitolare le tappe principali che hanno portato utenti ed appassionati a condividere la news.

All’interno di diverse testate e video online, si era infatti parlato del gruppo estero, fra i più grandi al mondo del campo delle estrazioni petrolifere e gassifere, potenzialmente presente nel settore delle estrazioni di Bitcoin.

La notizia aveva nello specifico riguardato la messa a disposizione della società di energia sufficiente per poter mettere in funzione macchinari generici per poter iniziare a generare codici e successivamente estrarre BTC. Tutto ciò facendo riferimento all’energia altrimenti non utilizzata del Falered Gas.

Di cosa si tratta esattamente? Il Falered Gas rappresenta la tipica torcia, basata su gas infiammati indesiderati, visibili nei punti di estrazione petrolifera, i quali risultano dispersi nell’ambiente durante la ricerca del petrolio. Materiali che molte volte vengono semplicemente eliminati nell’ambiente senza trovare concretezza ed utilità.

Da tenere bene a mente, come nel corso dei mesi precedenti, molte altre società internazionali abbiano lentamente iniziato a proporre sistemi di recupero dell’energia sul Falered Gas, cercando di sfruttare al massimo le risorse ed energie altrimenti perdute (potendole ipoteticamente legare al Mining).

Notizie successive, in ogni caso, avrebbero mostrato smentite da parte di Saudi Aramco in merito ad una sua diretta attività nel processo di estrazione di criptovalute. Resteremo in ogni caso aggiornati in merito per cercare di comprendere nuovi sviluppi e nuove notizie affini.

Conclusioni

Al di là delle notizie sul Bitcoin Mining di Saudi Aramco (smentite e corrette dalla società) girate sui social media, è bene tenere a mente come il settore del Mining di Bitcoin abbia subito numerose evoluzioni nel corso degli ultimi tempi.

Si è infatti iniziato a dare sempre più importanza alle risorse rinnovabili, facendo in modo che l’energia necessaria per la produzione di Bitcoin, derivasse sempre più da metodi ad impatto zero. Ne sono esempio le procedure utilizzate in molte zone dell’America, continente che sta in tutti i sensi cercando di scalzare il primato alla Cina.

Oltre al sistema di Mining, il quale risulta associato a numerosi costi fissi e di mantenimento dei macchinari, nel corso dell’introduzione abbiamo ricordato la presenza di sistemi innovativi e diversificati per poter investire su criptovalute.

Uno dei più famosi riguarda l’uso dei broker di CFD. Trattasi di operatori altamente specializzati, che permettono di negoziare in modo autonomo, senza possedere alcuna moneta digitale in modo fisico. Tutto ciò grazie alla presenza di strumenti derivati, basati solamente su repliche degli andamenti.

Gli stessi CFD permettono quindi di agire non soltanto in caso di aumento dei valori, ma anche in caso di diminuzione, utilizzando la cosiddetta vendita allo scoperto (strategia short). Uno dei broker più conosciuti nel settore del trading CFD su criptovalute è eToro.

Mette a disposizione una piattaforma ricca di funzionalità, come ad esempio il Copy Trading. Si tratta di un sistema di copia automatica, utilizzato per copiare transazioni di reali professionisti del settore, dopo averli selezionati e legati al sistema di copia sul proprio account (anche tramite account demo).

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Sull'autore

Francesco Galella

Francesco Galella è un esperto di economia con una fervida passione per le criptovalute fin dalle loro prime fasi. Grazie alla sua continua ricerca e interesse per l'innovazione nel settore fintech, è sempre aggiornato su ogni sviluppo nel mondo delle criptovalute. Da anni contribuisce con articoli informativi e analitici per le migliori riviste di finanza, trading e criptovalute, condividendo le sue conoscenze e la sua vasta esperienza in materia. La sua capacità di interpretare e comunicare le complesse dinamiche del mercato delle criptovalute lo ha reso una figura autorevole nel settore, apprezzata sia dai lettori che dagli addetti ai lavori. Francesco continua a essere un punto di riferimento per chiunque desideri comprendere e investire nel mondo delle criptovalute.

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