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Bitcoin e Mafia: primo caso di pizzo in Italia

La Mafia sembra averci provato nuovamente, e stavolta pare che sia stata sconfitta dallo Stato, in quanto le denunce degli esercenti presi di mira sono arrivate in Caserma, e nessun Bitcoin è stato inviato agli estensori. Attualmente i Carabinieri sono arrivati sulle tracce di queste persone, le quali non hanno avuto guadagni di alcun tipo.

In quel di Brescia, alcuni negozianti della famosa via Monte Cengio e Via delle Tofane, si sono trovati davanti la porta del negozio un foglietto che chiedeva il pagamento di un “pizzo in Bitcoin”. Se il pizzo non fosse stato pagato, il volantino affermava che queste persone si sarebbero trovate dei danni all’attività commerciale.

Tuttavia gli esercenti sono andati subito dalla Polizia Postale e dai Carabinieri, denunciando e aprendo un fascicolo per tentata estorsione.

Grazie alla collaborazione con alcuni esperti del settore, gli esercenti hanno inoltre verificato che l’indirizzo Bitcoin specificato sia attualmente di zero. Non è presente alcuna transazione e quindi al momento non è stato accreditato alcun importo.

Si tratta dunque del primissimo caso di Pizzo in Bitcoin, e ovviamente arriva dall’Italia.

Le estorsioni sono una tecnica ormai comune nel mondo del Bitcoin, e vengono prevalentemente effettuate tramite ransomware. Il Bitcoin è la valuta virtuale preferita scelta dai ricattatori che rubano enormi quantità di dati sensibili. Questo non significa che Bitcoin abbia un qualche tipo di colpa, ma suggerisce che il settore ha certamente un rapporto di amore/odio con il Bitcoin. L’acquisto della valuta infatti, è diventato una forma di protezione a breve termine per le grandi aziende, per quanto sospetta, contro gli attacchi.

La logica è molto controversa: avere i Bitcoin per pagare gli hacker potrebbe sembrare un’opzione migliore per le aziende che non fanno o non possono fare gli investimenti pesanti necessari per proteggersi dagli attacchi.

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Sull'autore

Andrea Motta

Andrea Motta ha intrapreso il suo percorso nel trading all'inizio del nuovo millennio, nel 2001, distinguendosi subito per la sua precocità e dedizione. La sua profonda immersione nell'analisi delle teorie dei più eminenti esperti di investimento gli ha consentito di acquisire una competenza che ha brillantemente traslato in pratica, rivelando un notevole talento sia nelle operazioni di trading a breve termine che negli investimenti strategici a lungo raggio.

La pubblicazione del lavoro di Satoshi Nakamoto ha rappresentato per Motta un punto di svolta decisivo. Riconoscendo immediatamente il potenziale disruptivo del Bitcoin, ha abbracciato con entusiasmo il mondo delle criptovalute, diventando uno dei pionieri in questo campo emergente. Il suo precoce e lungimirante impegno in Bitcoin e in altre criptovalute ne ha confermato la reputazione come investitore visionario, capace di anticipare e capitalizzare sulle tendenze finanziarie di rilievo globale.

Parallelamente al suo interesse per le criptovalute, Motta ha continuato a eccellere nel trading convenzionale, dimostrando una notevole abilità nell'adattarsi e prosperare in una varietà di contesti di mercato. Questa poliedricità testimonia non solo la sua vasta conoscenza dei mercati finanziari ma anche una straordinaria capacità di applicare principi d'investimento solidi in scenari diversificati.

La traiettoria di Andrea Motta nel campo degli investimenti illustra l'importanza cruciale di un approccio informato, metodico e flessibile alla gestione degli asset. La sua storia professionale, caratterizzata da successi sia nei mercati tradizionali sia in quelli innovativi delle criptovalute, rappresenta un modello di riferimento per i futuri trader e investitori. La carriera di Motta dimostra efficacemente che la passione per gli investimenti, unita a un impegno costante per l'eccellenza e l'innovazione, può condurre a risultati eccezionali nel dinamico panorama finanziario contemporaneo.

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