Recentemente, Michael Moro, CEO di Genesis Global Trading, una piattaforma di valute digitali che offre trading di valute digitali over-the-counter per istituzioni con un patrimonio netto elevato, ha dichiarato che due terzi del portafoglio di prestiti non sono stati utilizzati per effettuare il cosiddetto “shorting” (la speculazione al ribasso).
In un’intervista a CNBC Fast Money, Moro ha dichiarato che dai prestiti attivi oggi o dal 30 settembre, che vale $ 130 milioni, solo un terzo dei prestiti è stato utilizzato per copertura oppure per effettuare shorting all’interno del mercato. Tuttavia, il 60% del portafoglio crediti era ancora Bitcoin.
L’intervista ha coperto vari interessanti argomenti di discussione sulla piattaforma, che presta criptovalute come Bitcoin [BTC] ed Ethereum [ETH] a varie istituzioni, e se queste istituzioni stessero usando queste criptovalute con la vendita allo scoperto, una pratica molto utilizzata all’interno dei mercati finanziari.
Bitcoin, come altre attività, ha un mercato a termine e gli investitori di solito vendono il loro contratto a termine con una mentalità ribassista e una previsione che i prezzi di Bitcoin diminuiranno in futuro.
Ha aggiunto che, tuttavia, oltre il 90% di quello non è stato utilizzato per shorting e invece, è stato utilizzato per il capitale circolante o per scopi di arbitraggio. Inoltre, una diminuzione dei prezzi di Ethereum potrebbe essere testimoniata di recente e Ethereum ha rappresentato solo il 4% del portafoglio prestiti.
Moro ha inoltre dichiarato:
“Si potrebbe dunque obiettare che la vendita allo scoperto non è la ragione per cui Bitcoin o Ethereum hanno declinato in termini di prezzo, che abbiamo visto e sono solo i detentori naturali che stanno vendendo al contrario di quelli che stanno cercando di giocare con rovescio della medaglia”.