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Bing vieterà le pubblicità di criptovalute (proprio come Google)

Pubblicato: 17 Maggio 2018 di Andrea Lagni

Il motore di ricerca della Microsoft “Bing” ha affermato che vieterà tutte le pubblicità correlate alle criptovalute entro luglio 2018. Questo annuncio è in linea con la decisione presa da altri colossi della Silicon Valley qualche mese fa.

Secondo le dichiarazioni dell’azienda, la ragione principale per questo ban è il fatto che le “criptovalute non sono regolamentate” e ciò rappresenta quindi un rischio per gli utenti di Bing.

“Because cryptocurrency and related products are not regulated, we have found them to present a possible elevated risk to our users with the potential for bad actors to participate in predatory behaviors, or otherwise scam consumers.”

Traduzione:

“A causa del fatto che le criptovalute ed i prodotti correlati risultano essere non regolamentati, crediamo possano rappresentare un rischio elevato per i nostri utenti.”

Il report afferma che Bing ha in programma di procedere con il divieto tra giugno e luglio.

Bing non è stata l’unica azienda nel settore social-motori di ricerca a boicottare le criptovalute ricordiamo in passato infatti gli sforzi di Google, Facebook, Amazon e Twitter.

A seguito dell’annuncio di questo divieto, il prezzo del Bitcoin è rimasto invariato ma non ci sono dubbi che sarebbe stato più razionale che fosse salito: il Bitcoin infatti, nonostante i divieti, continua ad ottenere sempre più consensi. Molto probabilmente gli investitori in questo momento sono estremamente nervosi e, in molti stanno facendo profitti speculando al ribasso grazie a piattaforme come eToro o Plus500 che consentono, appunto, di speculare sia al rialzo che al ribasso.

Ricordiamo inoltre che Plus500 che eToro potranno tranquillamente continuare a fare pubblicità senza nessun tipo di limitazione visto che sono piattaforme autorizzate e regolamentate dalle competenti autorità europee di vigilanza.

Vogliamo inoltre specificare che, Bing non ha nulla contro le criptovalute, ma vuole solo evitare che siano pubblicizzate truffe utilizzando la pubblicità a pagamento del suo motore di ricerca.

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Sull'autore

Andrea Lagni

Giornalista pubblicista dal 2016. Laureato in Informatica. Appassionato di Criptovalute dal 2015.

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