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Banca Centrale Zimbabwe denunciata per aver vietato le criptovalute

La “Reserve Bank of Zimbabwe” è la banca centrale dello Zimbabwe, e venne fondata nel 1956, ed il suo ruolo principale è quello di emettere le politiche monetarie. La Banca Centrale dello Zimbabwe è l’unico produttore di banconote e monete nello Zimbabwe, e questa banca regola a tutti gli effetti la quantità di valuta in circolazione. Inoltre, possiamo affermare che la Reserve Bank si occupa delle riserve (auree e non) del paese, svolge una funzione consultiva nei confronti del governo e fornisce al governo servizi bancari giornalieri.

Nei mesi scorsi avevamo parlato in maniera molto critica della decisione dello Zimbabwe, che ha ricevuto una denuncia da parte di un exchange di criptovalute nel paese africano, a seguito del recente ordine da parte della RBZ di cessare il trading di criptovalute a tutte le istituzioni finanziari.

Secondo i recenti report, Golix, il più grande exchange di criptovalute in tutto lo Zimbabwe, ha presentato una contestazione presso la High Court affermando che RBZ non ha alcuna autorità per dichiarare illegali le criptovalute. Golix sostiene che solo l’organo legislativo del paese, il parlamento, ha l’autorità di formulare leggi che vietano le valute virtuali. L’azienda inoltre sostiene che RBZ non ha concesso un preavviso adeguato e un diritto di risposta quando ha emesso il divieto.

La legalità delle criptovalute nello Zimbabwe è sempre stata un’area grigia e, in passato, la banca centrale ha avvisato i cittadini di fare trading con le criptovalute a proprio rischio, sottolineando anche il fatto che tutte le criptovalute non sono considerate legali all’interno del paese.

Nonostante questa visione da parte del regolatore, nessuna legge o regolamentazione sono passate per obbligare attività all’interno dello spazio. I business di criptovalute in Zimbabwe come gli exchange risultano essere registrati come aziende e hanno operato senza alcuna tipologia di regolamentazione specifica per la criptovalute.

Mentre il caso che coinvolge la RBZ non ha ancora raggiunto il pubblico in tribunale, gli effetti del divieto sono già entrati in vigore. Le banche del paese hanno chiuso i conti detenuti dai clienti con Golix e, sul sito web dell’exchange, il portafoglio ordini è stato rimosso .

In assenza di scambi operativi, i cittadini dello Zimbabwe probabilmente si rivolgeranno ad exchange peer-to-peer informali per effettuare qualsiasi scambio di criptovalute nel paese. Ciò è obbligatorio in quanto le valute virtuali sono state uno degli antidoti per alcune delle sfide legate all’economia del paese.

Nel 2017 infatti, lo Zimbabwe ha registrato dei tassi record per bitcoin e per le altre criptovalute in seguito a un sequestro del governo, le criptovalute hanno sempre negoziate ad un prezzo “premium” nel paese.

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Sull'autore

Andrea Lagni

Giornalista pubblicista dal 2016. Laureato in Informatica. Appassionato di Criptovalute dal 2015.

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