Gli afflussi settimanali di Bitcoin crescono a doppia cifra, nonostante Ethereum abbia di recente completato uno dei suoi aggiornamenti più importanti, chiamato Shapella. Quest’ultimo ha permesso all’ecosistema di diventare molto più efficiente e di aggiungere funzionalità.
Lo stesso non avrebbe tuttavia portato, attorno alla criptovaluta, il corposo interesse che gli analisti si aspettavano. Ancora una volta, diverse metriche suggeriscono che il mercato ha preferito puntare lo sguardo sul Bitcoin e non su Ethereum (ETH).
È tuttavia ancora presto per stabilire quali potrebbero essere le variazioni nelle settimane in avvenire e se ETH, alla luce delle sue novità, riuscirà ad attirare l’attenzione. Bitcoin potrebbe rimanere una priorità assoluta, anche se molti fattori di influenza devono essere considerati.
Tra i tanti, avremo modo di soffermarci nello specifico sulla valenza degli affluissi e sugli scostamenti dei prezzi. Prima di procedere, tieni a mente la possibilità di poter studiare a tua discrezione l’asset, anche grazie ai tanti strumenti tecnici, su una delle migliori piattaforme online.
Prende il nome di eToro e ti garantisce l’accesso ad un ottimo grafico in tempo reale, nonché a numerosi indicatori analitici. Dopo aver esaminato il token, sulla base dei tuoi interessi, puoi decidere di investire su Ethereum a partire da appena 50€.
Clicca qui per registrati su eToro
*L’investimento in criptovalute è altamente volatile e non regolamentato in alcuni paesi dell’UE. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbero essere applicate imposte sugli utili.
Afflussi settimanali di Bitcoin crescono: toccati i 104 milioni di dollari
Prima di passare agli afflussi settimanali di Bitcoin che crescono, è bene considerare come il BTC e l’ETH siano le due criptovalute più influenti sul mercato, ossia quelle con maggior livello di capitalizzazione e più alta dominance su tutto il segmento crypto.
Non stupisce quindi che, essendo quelle di maggior interesse, registrino – giorno dopo giorno – afflussi e deflussi significativi. Nelle ultime giornate, gli afflussi dei prodotti legati al BTC sarebbero cresciuti in modo considerevole, mettendo in luce un’attrazione degli investitori.
I rapporti delle principali società analitiche e siti informativi, mettono in evidenza che, sulla chiusura settimanale del 14 aprile, gli afflussi relativi ai prodotti Bitcoin hanno raggiunto i 104 milioni di dollari, ossia un dato molto più alto rispetto al passato.
Gli esperti si domandano se questo dato possa o meno indicare una fuga verso la sicurezza da parte degli investitori, timorosi delle continue sfide della finanza tradizionale. Tutto ciò sarebbe ancora più acuito al dato mensile, con afflussi per 310 milioni di dollari.
In modo parallelo, l’afflusso settimanale di Ethereum sarebbe rimasto alquanto piatto per diverse settimane. Per gli investitori, l’astensione dai prodotti di ETH sarebbe stata associata dalle aspettative di un innesco di un trend ribassista, dopo l’aggiornamento Shapella.
Sorprendentemente, la proiezione non sarebbe state negativa, con un Ethereum che non ha registrato forti crolli imminenti, subito dopo le conferme. Nonostante il successo del lancio delle funzionalità di Ethereum (con Shapella), la precedente settimana ha registrato solo 0,3 milioni di dollari di afflussi.
Ultimo dato interessante, riguarda i prelievi di Ethereum sulla Beacon Chain. Gli analisti hanno rilevato che le commissioni totali richieste sono state 7719, con depositi e prelievi sul nuovo meccanismo notevolmente diminuiti.
Bitcoin ed Ethereum: variazioni dei prezzi
È bene a questo punto soffermarsi brevemente sulle ultime variazioni dei prezzi. Partendo dal Bitcoin, impostando un grafico a sette giorni, si constata che nella giornata del 14 aprile, il prezzo del token fosse ancora pari a 30.849 dollari per unità.
Da quel giorno il trend è stato mediamente calante, con quote passate dapprima al di sotto dei 29.800 dollari e successivamente sotto ai 28.850$. Nuove sfiducie ed una supremazia degli orsi sui tori, hanno spinto BTC su punti di minimo settimanali, sotto ai 28.000 dollari.
Al momento di questa stesura, per comprare Bitcoin sono richiesti 27.993 dollari, ossia un valore che mette in evidenza una variazione negativa del -8% su base settimanale. Passando all’Ethereum, nella giornata del 14 aprile, la quotazione segnava ancora 2.108 dollari circa.
A partire dal 19 aprile, dopo alti e bassi, anche in questo caso il trend è stato mediamente negativo, portando l’asset sotto ai 1.950 dollari, per poi mostrare altre correzioni. Al momento attuale, per comprare Ethereum sono richiesti 1.910 dollari per singola crypto.
Si segnala in questo caso una flessione negativa pari al -5,1% su base settimanale e del -2,2% nell’arco delle 24 ore. In altri termini una discesa di prezzo su entrambe le criptovalute, che ha ampiamente spaventato il mercato e messo in allerta gli appassionati del settore.
Considerazioni finali
Ricordiamo in conclusione come le stesse negatività sulla quotazione, abbiano modificato in peggio anche il livello di capitalizzazione singolo e generale del mercato. Il market cap del BTC ammonta a 541.731.040.232 dollari, mentre quello di ETH è pari a 230.069.587.763 dollari.
Viste le variazioni dei prezzi così dinamiche, con scostamenti di valore che possono mostrarsi dall’oggi al domani, è indispensabile restare sempre aggiornati ed imparare in autonomia ad analizzare il proprio token di interesse.
Puoi a tal riguardo fare affidamento su una delle migliori piattaforme di investimento online, come ad esempio eToro. Si tratta di una piattaforma alla portata di tutti, che ti permette di investire su Bitcoin ed investitori su Ethereum con un deposito molto basso, da appena 50€.
Se non hai alcuna esperienza e non sei abile nell’analizzare il mercato, puoi invece optare sul Copy Trading, che ti permette di:
- selezionare a tua discrezione altri trader reali;
- stabilire con quanti capitali avviare la funzione;
- ottenere in modo speculare le stesse operazioni a mercato dei trader scelti.
Clicca qui per ottenere un conto su eToro
*L’investimento in criptovalute è altamente volatile e non regolamentato in alcuni paesi dell’UE. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbero essere applicate imposte sugli utili.