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Adozione Bitcoin in Asia: Ecco il Sondaggio Finder

Un recente sondaggio, effettuato da Finder, avrebbe messo in luce uno studio approfondito nei riguardi dell’interesse della popolazione mondiale sulle criptovalute, facendo emergere una singolare adozione Bitcoin in Asia ed in alcune specifiche zone territoriali. Uno studio di carattere globale, effettuato senza distinzioni fra i diversi continenti.

Il settore delle criptovalute ha fatto passi da gigante all’interno di molti comparti. Tornando indietro di qualche anno, per molti sarebbe stato impensabile immaginare un’adozione degli strumenti crypto all’interno di sistemi di pagamento, di progetti trasversali (immersi nel gaming, comparto NFT, finanza decentralizzata e molto altro).

In altri termini un cambiamento epocale, che risulterebbe nettamente visibile in alcuni territori, considerati “maggiormente vicini alle monete digitali” rispetto ad altri. Nel corso del nostro approfondimento scopriremo nel dettaglio i risultati mostrati dal report, focalizzando l’attenzione sulle diverse nazioni, con un occhio di riguardo anche sul nostro territorio.

Prima di proseguire, ricordiamo come ad oggi la maggior parte delle criptovalute mondiali, compreso il Bitcoin, possa essere negoziato e scambiato all’interno di broker ed intermediari professionali. Uno dei più conosciuti è eToro, il quale vanta anni di esperienza nel settore ed una piattaforma basilare e con molte funzionalità integrate.

Adozione Bitcoin in Asia: Scopriamo chi primeggia

Ricollegandoci a quanto esposto in precedenza, il report completo messo a disposizione da Finder esporrebbe in modo diretto l’adozione Bitcoin in Asia ed in altri continenti, lasciando numerose informazioni sul mondo delle criptovalute e sulle idee da parte della popolazione.

Entrando nel dettaglio, uno dei primi dati, ad aver fatto ampiamente discutere appassionati ed esperti, riguarderebbe la maggiore percentuale di esposizione sul BTC, pari al circa 41%, nel territorio del Vietnam. Stiamo parlando di una zona che, checché se ne dica per altri settori specifici, ha dimostrato una specifica vicinanza al mondo delle criptovalute.

In altri termini, in riferimento alla base totalitaria degli utenti intervistati, il 41% degli stessi avrebbe confermato di risultare in possesso di almeno una moneta digitale, ossia di un assets crittografico. Una percentuale rilevante, avrebbe inoltre riguardato (in percentuale minore) l’Indonesia e l’India.

In questo caso, la percentuale in possesso di criptovalute, suddivise fra diverse tipologie, sarebbe risultata pari al circa 30%. In media posizione, si troverebbero altri territori specifici, come ad esempio Filippine e Malesia. Al di là dei primi posti, una delle informazioni più singolari vedrebbe gli Stati Uniti ed il Regno Unito al fanalino di coda, con una percentuale pari al circa 9 ed 8%.

Quanto alla nostra nazione, ossia l’Italia, lo stesso Report sugli intervistati la posizionerebbe nella prima metà dei 27 paesi, precisamente in decima posizione, con una percentuale pari al circa 21%.

La società conduttrice dell’indagine, basata su un campione di 42.000 individui, ha comune precisato come il tutto sia stato svolto attraverso gli strumenti di Google e di come gli stessi parametri ed algoritmi di Google potessero variare all’interno delle diverse nazionalità, anche in riferimento ad una precisa rappresentazione dell’intera zona.

Conclusioni

Come ricordato nel corso del paragrafo introduttivo, le principali criptovalute appartenenti al comparto crypto, possono ad oggi essere scambiate e negoziate all’interno di operatori e broker professionali.

A tal riguardo, è bene tenere a mente due diverse metodologie, da una parte l’acquisto fisico di criptovalute, effettuato attraverso l’utilizzo degli exchange, mentre dall’altra la presenza di broker di CFD, ossia contratti per differenza.

Contrariamente dagli acquisti fisici, i contratti per differenza non basano la loro operatività sul possesso degli strumenti, bensì solamente su fedeli repliche dell’andamento del sottostante. Ne deriva come il trader non abbia alcuna necessità di disporre o di dotarsi di un proprio portafoglio di archiviazione.

In aggiunta a tutto ciò, si ricorda come i migliori broker di CFD, non applichino costi fissi, esponendo solamente bassissimi spread (differenza fra valore di acquisto e valore di vendita). Per le stesse caratteristiche esposte in precedenza, i broker di CFD permettono di aprire due posizioni differenti:

  • Posizione al rialzo, in ipotesi di flessioni in aumento del valore dell’asset;
  • Posizione al ribasso, in potessi di flessioni in diminuzione del valore dell’asset.

Fra i broker più completi nel settore del trading online su criptovalute, troviamo eToro, il quale vanta milioni di utenti registrati e migliaia di recensioni online.

Fra le sue tante caratteristiche si ricorda:

  • Meccanismo del Copy Trading per copiare reali professionisti del settore, con un semplice click;
  • Applicazione per dispositivi mobili, scaricabile sia su device iOS che Android;
  • Grafici in tempo reale, costantemente aggiornati;
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Sull'autore

Francesco Galella

Francesco Galella è un esperto di economia con una fervida passione per le criptovalute fin dalle loro prime fasi. Grazie alla sua continua ricerca e interesse per l'innovazione nel settore fintech, è sempre aggiornato su ogni sviluppo nel mondo delle criptovalute. Da anni contribuisce con articoli informativi e analitici per le migliori riviste di finanza, trading e criptovalute, condividendo le sue conoscenze e la sua vasta esperienza in materia. La sua capacità di interpretare e comunicare le complesse dinamiche del mercato delle criptovalute lo ha reso una figura autorevole nel settore, apprezzata sia dai lettori che dagli addetti ai lavori. Francesco continua a essere un punto di riferimento per chiunque desideri comprendere e investire nel mondo delle criptovalute.

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